Ultimamente siamo stati inondanti di notizie di enorme crudeltà e violenza nei confronti degli animali: basti pensare al gattino Leone, crudelmente scuoiato vivo ad Angri il 10 dicembre, e per il quale non è stata purtroppo ancora ottenuta giustizia.

Ma per quale motivo ci sono persone che sono violente con gli animali?

I motivi che portano una persona a maltrattare gli animali sono vari, ma in linea di massima possono essere divise in tre principali categorie.

  • Inconsapevolezza
Nei casi più lievi si tratta spesso di inconsapevolezza: molti proprietari maltrattano inconsapevolmente i propri animali domestici non stando abbastanza attenti ai loro bisogni e non comprendendo le loro necessità. Ad esempio, la cuccia viene costruita all'esterno e non in modo adeguato, o viene sottovalutata la necessità di acqua e cibo.

In questo caso, però, quando la persona si rende conto che il suo comportamento sta provocando malessere all'animale si attiva per cercare di migliorare la situazione, e basta un po' di educazione sulle necessità degli animali per risolvere la problematica.

  • Maltrattori occasionali
Nella seconda categoria rientrano invece i maltrattatori occasionali: quelle persone che fanno del male agli animali di proposito, ma in un periodo di tempo ben definito (e solitamente breve) e non in modo frequente.

In questo caso, le persone maltrattano l'animale per effetto di pressioni sociali (ad esempio per fare colpo su un gruppo di amici tagliando la coda delle lucertole) o in risposta a situazioni sgradevoli della loro vita (e non potendo scaricare la rabbia sulla persona responsabile del malumore si scagliano contro gli animali, più indifesi).

Si tratta comunque di persone che hanno bisogno di un aiuto psicologico per capire quale situazione sta provocando questo malessere e questo maltrattamento. Spesso, infatti, queste persone sono vittime di abusi di qualche tipo.

Ma, se così non dovesse essere, potrebbero manifestare un deficit di empatia, o sono costantemente alla ricerca di nuovi stimoli per sentirsi vivi e potrebbero dunque diventare col tempo sempre più violenti, manifestando nel tempo i comportamenti della terza categoria.

  • Per trarne piacere o beneficio
Infine, abbiamo tutti coloro che lo fanno per ottenere piacere.

In questo caso ci troviamo probabilmente di fronte allo zoosadismo, ovvero un disturbo che porta l'individuo a provare piacere nell'infliggere sofferenza, talvolta fino alla morte, a un animale.

Questi comportamenti sono solitamente indice di personalità psicopatiche, e chi provoca violenza sugli animali in modo volontario e per puro piacere e soddisfazione personale è molto pericoloso socialmente: alla prima occasione utile, infatti, la persona commetterebbe ancora violenza sugli animali e, inoltre, se è possibile creare le condizioni giuste, è in grado di diventare altamente violento e crudele anche con gli esseri umani, soprattutto con donne, bambini e anziani che sono generalmente più indifesi e verso i quali è possibile ricreare con più facilità uno squilibrio di potere come con gli animali.

In questi casi è imperativo agire sulla persona, richiedendo un supporto professionale multidisciplinare in grado di farsi carico della problematica ed evitare che questi comportamenti vengano attuati.


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